
Possono i bambini giocare a pallone sotto i portici?
I bambini tirano pallonate nel cortile condominiale, col rischio di sporcare le mura, o peggio ancora danneggiare i vetri del portone d'ingresso alla scala o delle auto parcheggiate. Le urla dei bambini che rimbombano nel cortile sono insopportabili e proprio nelle prime ore del pomeriggio d’estate, quando si vuol riposare.
In una situazione del genere la prima cosa da fare è proprio non prendersela con i bambini, minacciare di tagliare loro il pallone serve a poco o a nulla, infatti la colpa principale non è dei bambini ma dei loro genitori. Certo di fronte a degli adolescenti la situazione può essere diversa o comunque se si parla in modo ragionevole e non severo anche i più piccoli potranno comprendere la situazione. L’importante è non esagerare. Ma in concreto cosa si può fare per ottenere qualche risultato?

Bisogna sapere che il cortile condominiale è un bene comune soggetto alla disciplina di cui al primo comma dell’art. 1102 c.c. secondo il quale: "Ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. A tal fine può apportare a proprie spese le modificazioni necessarie per il migliore godimento della cosa".
Quindi, se ad esempio nel cortile vi sono aiuole, è evidente che una cosa è poterci giocare a “nascondino”, o fare altri giochi che non recano danno alle piante, altro è giocarci a pallone, con alta probabilità di spezzare o danneggiare piante e fiori. Quest’ultimo sarà sicuramente un gioco vietato in quanto contrario alla destinazione di quella parte comune. Parimenti vietato sarà il gioco con la palla davanti al portone d'ingresso alla scala, dove la probabilità di infrangere i vetri dello stesso è molto elevata. Qualora, invece, il cortile è uno spiazzo mattonato o asfaltato non si pongono problemi di sorta.
Altro caso particolare si ha quando il cortile o altro spazio comune è utilizzato come parcheggio. Secondo la Corte di Cassazione, chiamata più volte ad interpretare l’art. 1102 c.c., " il pari uso della cosa comune non postula necessariamente il contemporaneo uso della cosa da parte di tutti i partecipanti alla comunione, che resta affidata alla concreta regolamentazione per ragioni di coesistenza; che la nozione di pari uso del bene comune non è da intendersi nel senso di uso necessariamente identico e contemporaneo, fruito cioè da tutti i condomini nell’unità di tempo e di spazio, perché se si richiedesse il concorso simultaneo di tali circostanze si avrebbe la conseguenza della impossibilità per ogni condomino di usare la cosa comune tutte le volte che questa fosse insufficiente a tal fine"(su tutte Cass. 16 giugno 2005 n. 12873).
Insomma nel parcheggio è difficile, a livello giuridico, poter sostenere (per questioni legate alla salubrità dell’aria, alla sicurezza delle persone ed anche alla sicurezza delle automobili) che si possa parcheggiare e giocare contemporaneamente anche se poi, lo sappiamo che nella pratica quotidiana la situazione è differente. Certo è che di fronte ad un cartello vietato giocare si può far poco.
Traendo le conclusioni: bisogna sempre valutare caso per caso, se il gioco non reca danno a nessuna delle parti comuni ma solo un disturbo alla quiete condominiale, sarebbe utile chiedere ai genitori di far giocare i propri figli in orari più consoni. Quando, invece, il gioco potrebbe recare danno alle parti comuni (come nel caso di pallonate a muri o vetrate) al di là di ogni previsione regolamentare è bene chiedere ai genitori che facciano cessare tale attività ed eventualmente comunicarlo all'amministratore il quale potrebbe fare da mediatore tra le parti.
In definitiva intentare una causa per questioni del genere sarebbe assurdo, quindi meglio discutere con i propri vicini e cercare, con ogni sforzo, di fargli capire le proprie ragioni.